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L’Hi-Fi è solo un gioco per ricchi? Feat. Musicoff e Marco Fullone

I nostri Giulio e Giancarlo assieme a Marco Fullone ed allo staff di Musicoff si sono interrogati su quale sia la situazione dell’alta fedeltà nel 2024 ponendosi una domanda più che mai attuale: ” L’ Hi-Fi è solo un gioco per ricchi?!“. Nel video qui sotto parleremo di quanto emerso e vi daremo le nostre impressioni da diversi punti di vista. 

L' Hi-Fi ai tempi dell'integrazione

Se negli anni Settanta, Ottanta e Novanta l’ Hi-Fi era probabilmente l’unica via immaginabile per riprodurre i nostri contenuti audio, nel corso degli anni le cose sono cambiate e soprattutto è cambiato il modo di ascoltare. Anni fa, l’ascolto era una sorta di rituale, spesso e volentieri il sabato pomeriggio ci si riuniva a casa dell’amico con l’impianto hi-fi migliore e si ascoltava l’ultimo disco dei Police, dei Pink Floyd o dei Genesis. A tal proposito sarebbe interessante parlare della differenza tra ascoltare e sentire, due concetti simili ma non proprio uguali. Probabilmente quello che facevamo in casa dell’amico con l’impianto buono era ascoltare e non sentire. La differenza? Ci sarebbe molto da scrivere, ma potremmo riassumere il concetto descrivendo il sentire come una azione passiva/oggettiva in quanto “sentiamo” sempre e comunque tutto ciò che ci circonda. L’ ascoltare invece è una esperienza più intima, che coinvolge anche gli altri sensi e che implica il fatto di voler andare a fondo su una questione, voler comprendere quello che l’artista ha deciso di trasmetterci attraverso la sua musica ma, sicuramente, anche attraverso la copertina del suo disco e a ciò che si trova al suo interno.

Qual è la relazione tra tutto questo e l’Hi-Fi?

Semplice, un impianto Hi-Fi ci consente di ascoltare mentre per sentire è sufficiente anche la radiolina della nonna sul comò. Con il passare degli anni gli input sono aumentati in modo esponenziale e si è sviluppata la tendenza a voler fare un po’ tutto e a voler avere un riscontro immediato di quello che si fa. Questa filosofia del “tutto e subito” sicuramente ha penalizzato l’ascolto critico (nel senso greco del termine) che richiede tempo, un minimo di conoscenze e soprattutto una calma interiore che sembra essere sempre più rara. 

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Non tutti i "mali" vengono per nuocere

Alle considerazioni appena fatte si aggiungono le nuove e sacrosante esigenze dei più, ossia quello di avere un sistema sempre più connesso che sia in grado di farci accendere la luce, far partire la lavatrice ed ovviamente anche farci sentire (attenzione non ascoltare!) la nostra musica preferita. Da qui la nascita dei vari speaker wireless con assistenti vocali, soundbar, la rinascita delle boombox e chi più ne ha più ne metta. Molti appassionati vedono in queste soluzioni il male assoluto ma in realtà potrebbero essere un trampolino di lancio verso un ascolto più consapevole e di qualità. Durante il lockdown, del periodo Covid, in moltissimi hanno avuto del tempo per fermarsi e passare dal sentire all’ascoltare, rispolverando, per farlo, i propri artisti preferiti, e spesso anche il proprio impianto Hi-Fi, o quello “a casa di mamma”, compreso il vecchio (non vintage) giradischi chiuso in soffitta da decenni. Durante questo periodo è capitato che molti appassionati dopo aver provato l’ebbrezza della soundbar, dello speaker wireless o della boombox sarebbero voluti passare allo step successivo, ossia un vero e proprio impianto Hi-Fi, e nell’era di internet quale miglior posto di un forum o un gruppo su un social per chiedere consiglio specie quando si è chiusi in casa? Abbiamo letto consigli assurdi, specie se rapportati al periodo di incertezza economica in cui ci si trovava e ci si trova tutt’ora. Chi consigliava setup “entry level” da quattromila, cinquemila Euro come fossero bruscolini. Da qui il terrore dello sfortunato appassionato di cui sopra che, terrorizzato, si teneva stretto il proprio diffusore wireless di turno. Fortunatamente non è stato per tutti così e a ben cercare ci si poteva imbattere in consigli sensati che con budget esigui potevano e possono essere un ottimo modo per iniziarsi a questo mondo. Noi stessi abbiamo realizzato setup economici e ben suonanti. Ottimi per chiunque vuole iniziarsi al mondo dell’alta fedeltà o per il musicofilo che cerca un setup dalle buone prestazioni che non costi una fortuna, da tenersi stretto per i prossimi decenni.

 

Ma alla fine l' Hi-Fi è solo un gioco per ricchi oppure no?

Tornando alla domanda inziale, possiamo affermare con certezza nel 2024 le soluzioni Hi-Fi per tutti ci sono e non sono mai state così convenienti per qualità, prezzo ed affidabilità. Se da una parte è vero che le dinamiche di mercato hanno portato i brand a sviluppare sempre più prodotti della fascia luxury, dall’altro è pur vero che oggi abbiamo a disposizione prodotti entry level, di brand affermati, che con poche centinaia di Euro riescono a sfoderare prestazioni decisamente interessanti. La frase: “Apparecchi così non li fanno più” ci sembra più un luogo comune che altro, anzi forse sarebbe più giusto dire: “apparecchi come quelli moderni era impossibile farli”. Quindi se avete voglia di cimentarvi per la prima volta nella realizzazione di un impianto Hi-Fi, oppure se volete riaccendere la vostra passione mai momento è stato più indicato di quello attuale. Buon divertimento a tutti.

Scritto da Francesco Taddei

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